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lunedì 14 maggio 2012

ALCHIMIA Ecco la soluzione per avere una città più pulita: "Raccogli una carta al giorno..."


"Quando esco di casa e vedo una città sporca ci resto male. Se da sempre si dice che una persona è come tiene la sua auto, o che il suo modo di vestire rispecchia il suo modo di essere (in barba al vecchioadagio per cui “l’abito non fa il Monaco”), penso che una città parla di chi la abita. Abitiamo luoghi che ci abitano e trasformiamo l’ambiente rendendolo il più simile possibile alla nostra psiche, alla nostra anima.


Allora pensare a cittadini con un’anima sporca e indifferenziata come i propri rifiuti, pensare ad un’animache non ricicla che non usa riconvertire le sue risorse, pensare a un’anima indifferente alle sue ferite e alle sue distrazioni, mi duole. Duole pensare che l’uomo è così poco attento alla sua anima.

Molto spesso in psicoterapia per prendersi cura della propria psiche/anima si agisce prima su di un oggetto esterno. Si aggiusta una porta per tarare le proprie aperture relazionali, si prepara un pranzo per testare la propria capacità di “nutrire” se e gli altri, si fanno le pulizie di pasqua per riassettare le lunghe fatiche invernali che la nostra psiche ha cumulato. Le nostre azioni verso il mondo “la fuori” ci parlano delle nostre premure verso il mondo “qua Dentro”.

Una città sporca ci dice che siamo abitati da azioni di lordura e una cittadinanza lorda è quella di cui faccio parte.

Allora una mattina mi sono detto, non basta evitare di sporcare voglio cercare di pulire, riciclare, riutilizzare ordinare. Poi penso che sarà tutto inutile e che da solo, con il poco tempo che mi resta dal lavoro e dalle incombenze giornaliere non potrò fare altro che raccogliere una cartaccia e buttarla nell’apposito contenitore.

Tempo buttato caro Uomo. Laddove tu levasti la carta il giorno precedente oggi ne trovi due. MA io con pazienza ho raccolto una delle due cartacce e l’ho buttata nell’apposito contenitore. Così il dì seguente. Mi è sembrata una lotta impari, mi è sembrato che la sporcizia, l’immondizia, aumentasse, quasi fossi Io a generarla con quell’azione di riassetto urbano.
Sono passati mesi da quando ho deciso di raccogliere una cartaccia al giorno e mi accorgo che la città è sporca, che le elezioni portano ulteriori cartacce, da evitare di gettare per non essere tacciati di boicottare quello o quell’ altro candidato, che l’immondo che produciamo ci rende immondi-zia. Non ho risolto nulla e questa è una certezza. “La Fuori” è sempre tutto uguale.


Poi ho volto lo sguardo “qua Dentro”. Dentro di me. Ho osservato le mie ansie, le mie paure e rabbie, i miei affetti. Con lo sguardo di chi osserva il lungo lavoro dopo aver ristrutturato una stanza della casa, mi sono trovato sorpreso di quanto fosse cambiata. Avevo ora chiaro in testa dove avevo riposto l’ansia, osservavo la paura sul secondo scaffale in alto a destra, gli affetti intorno al tavolo, i conflitti con mia moglie in libreria e le mie fragilità sulla scrivania.

Allora compresi che se non avevo ottenuto alcun risultato sulla mia città, se i luoghi che abito insieme agli altri non erano più puliti lo erano i luoghi che mi abitano. Tali luoghi erano più ordinati, più comprensibili e fruibili, riutilizzabili e leggibili. Al fallimento “la Fuori” corrispondeva un successo “qua Dentro” e mi son detto:”Pulire la città levando una carta al giorno è un atto di profondo egoismo, è un atto di chi fa solo gli affari suoi e ne ha un ritorno personale, un atto che non ha utilità per gli altri e per la città ma funziona per la città che mi abita… la mia anima”.

Quindi dico a chi abita la città, a chi abita Gaia, la Terra, potrebbe raccogliere una carta al giorno e riporla nell’apposito contenitore, questo non porterà miglioramenti e pulizia sulla città ma ne porterà sulla qualità della nostra vita interiore. Così facendo, se ognuno si prende cura della sua anima, se una cittadinanza intera, un popolo fa della città il simbolo della sua anima e riassetta un piccolo pezzo al giorno avremo una popolazione più equilibrata psicologicamente, più capace di dialogo, più capace di valorizzare le sue risorse e sostenere le sue fragilità.

Questi traguardi raggiunti da uno solo rendono la sua anima più serena, ma se raggiunti da un’intera popolazione, questa sarà composta di anime serene ma abiterà senza rendersene conto un ambiente non più lordo.

"Raccogliere una carta al giorno leva lo psicologo di torno".



LUB

domenica 13 maggio 2012

Giù la maschera

Giuro non è un fotomontaggio!!!
Presso il santuario dei frati cappuccini si può osservare lo skiline della nostra pur sempre amena cittadina. Coppie di giovani innamorati si incontrano più o meno clandestinamente, presso l'Albero da cui poter osservare la città tubando.
Alcuni si cimentano in cronoscalate che, come torfeo, donano il respiro di un panorama.
Io personalmente ricordo da bambino una nevicata storica e la pazzesca idea di salire, con mia madre e mio zio e i miei fratelli, a piedi al santuario. La neve lambiva le ginocchia di mia madre mentre a me arrivava ben più su. LA fatica enorme, il fiatone, le sfide di mio fratello che dichiarava di voler tagliare per il bosco. Dopo tanto penare siamo giunti e avemmo  il privilegio di contemplare la bianchezza di questo stesso panorama.
Ma non è sempre oro quel che luccica e, scorrendo nella lettura scorrerete la foto per ritrovarvi ad osservare ciò che lo sguardo degli innamorati non vedono essendo rapiti dallo spirito celeste. Sotto a ciò che è supero vi si trova l'infero. Il sottoprodotto di una cittadinanza che ancora si convince che mettendo sotto il tappeto la lordura, per bontà divina, essa si smaterializzerà.
Orde di scienziati delle droghe, sperimentatori dell'occulta scienza visionaria, bevitori o semplicemente stolti, tutti hanno contribuito e, insieme a loro, lucidi delinquenti ecologici. Siamo così. In un terzo millennio, era dell'immagine, mostriamo le maschere della nostra anima. Come prestigiatori invitiamo a volgere lo sguardo solo di fronte, solo nella direzione che vogliamo, il tutto evitando che la vista si posì più in basso, laddove c'è il trucco. Siamo convinti di poter celare la nostra parte meno nobile per il resto della nostra esistenza? E se ci levassimo la mschera e concludessimo questo penoso spettacolo di illusionismo? Se avessimo il coraggio di mostrarci per quello che siamo? Forse solo così, mettendoci di fronte alle nostre parti monnezza le potremmo integrare, riciclare riutilizzare, facendole diventare una risorsa.
Ciao a tutti
Per l'immondizia Prendiamocela con le istituzioni solo dopo aver interpellato noi stessi!!!

LUB

lunedì 23 maggio 2011

ARCO DI SANTA LUCIA

















Se i graffiti e i murales sono ancora malvisti dalle persone, e ben lontani dall'essere considerati una forma d'arte quali sono, è per colpa di chi imbratta i muri con scritte che di artistico hanno ben poco, soprattutto se i muri in questione sono un patrimonio storico della nostra città.

Forse il problema è proprio che questi vandali non percepiscono il valore dei nostri beni culturali, ignorando la gravità dei danni che gli arrecano.



grazie a Vasco Focaroli per la segnalazione

martedì 15 marzo 2011

LA PIAZZA

Vogliamo ringraziare questo amico di Rieti Monnezza che ha sintetizzato in modo esemplare ciò che questo blog vuole denunciare e rendere visibile ai più. La monnezza di cui fino ad ora abbiamo parlato è quella materiale, è quella nella quale inciampiamo o che fisicamente ci avvilisce, ma esiste un'altro tipo di monnezza, che è quella metafisica e che Fabio ha rappresentato magistralmente con queste foto. E' la monnezza che ci coinvolge più intimamente perchè intacca le nostre vite nella sfera più privata, avvilendoci nelle nostre relazioni, nella nostra voglia di condividere e fare parte di una comunità che si confronta e insieme pensa al proprio futuro.

















Vorrei richiamare la vostra attenzione su una particolare forma di "spazio monnezza".
Quello che vedete in queste foto.
Domenica 13 Marzo ore 10,00, Domenica 13 Marzo ore 18,00
Una piazza come contenitore vuoto, spazio-scarto di una comunità non Comunità.
Luogo pensato e vissuto per secoli come cuore e teatro dell'Identità collettiva,
oggi vuoto a perdere, rifiuto ridotto a patetico ed episodico calpestio di buste della spesa.
Scarpi, carzuni...


In altre piazze di altre città, alle stesse ore, altre comunità si ritrovano e vivono.










Noi none.

Fabio



giovedì 10 marzo 2011

IL "FUTURO" A PORTATA DI ANTENNE....







Vi vogliamo regalare questi stupendi scorci di panorama, queste opere pseudo-futuristiche che "profumano" di fantascienza, ma che a noi "puzzano" di zona industriale.

Che sia ben chiaro, da parte nostra non c'è la presunzione di volerci opporre alla costruzione di queste antenne che servono per i cellulari di noi tutti (al giorno d'oggi chi non lo usa?)....

Ma era proprio necessario costruirli in zone centrali, commerciali, o addirittura davanti al cimitero?

W LA SCUOLA!





















Non è un bello spettacolo quello che ogni mattina molte mamme sono costrette a sopportare quando accompagnano i loro bambini all'asilo o alle elementari nel quartiere Madonna del Cuore.
Questa zona sta vivendo una forte crescita residenziale, ma allo stesso tempo sta subendo la mal gestione della viabilità, tra inutili spartitraffici o complicate e costose rotonde, il tutto mentre facciamo slalom tra i buchi per le strade che tingono il quartiere di uno squallido grigio periferico.




Ma percorriamo Viale Fassini all'indietro per poche centinaia di metri: qui vediamo come l'I.T.I.S., un istituto superiore, viene malamente sfruttato come spazio abusivo di affissione.
Probabilmente a ridurlo così sono gli stessi alunni della scuola che, essendovi iscritti, credono di poterla trattare come se fosse loro.










Cambiando zona la situazione degli istituti scolastici nel reatino non migliora, anzi, vicino a Porta d'Arce troviamo i "resti" di una vecchia scuola elementare abbandonata a se stessa, ed il nostro interrogativo sorge spontaneo: perchè le nostre istituzioni non intervengono investendo sulla rivalorizzazione di queste strutture?












Voglio infine sottolineare che la parola "investire" non l'abbiamo usata a caso, perchè secondo noi una città funzionante è una città sfruttata nel migliore dei modi.

Ciò darebbe a noi cittadini la consapevolezza che le nostre tasse non sono solamente una spesa, ma qualcosa di più, qualcosa di meglio.

lunedì 21 febbraio 2011

LA "FONTANA" DEL VESCOVADO

















Immaginiamo che per un turista in gita nel reatino non debba essere piacevole doversi dissetare in quello che, più che una fontana, assomiglia ad un secchio per l'immondizia.

Da notare che, per qualsiasi evenienza, avete a disposizione una pratica stampella appendiabiti che qualcuno ha ben pensato di porre sui canali di scolo dell'acqua....